Questa, tra tutte, è stata la casa più importante della mia vita. Ho abitato lì dai tre anni circa, fino a quasi quindici, cioè dal 1964 al 1975. Infanzia e prima adolescenza: tutte nello stesso luogo.
Siamo andati a vivere in questo appartamento – inizialmente non grande, poi allargato, con la creazione di due nuove stanze – tutti e quattro: mio padre, mia madre, mia sorella ed io.
Eravamo in affitto, ma con la padrona di casa e sua figlia, che abitavano sul nostro stesso pianerottolo, si è stabilito subito un rapporto di grande cordialità.
In breve tempo siamo diventati una sola famiglia: abbiamo condiviso tutto per più di dieci anni, i più importanti, divertenti e formativi di tutta la mia vita.
La “signora”, come la chiamava mia madre, per me divenne da subito “Lóla” (pronunciato con la “o” chiusa), il solo modo che, a tre anni, conoscevo per pronunciare quella parola che mia madre utilizzava con tanta deferenza.
E lei, ben presto, divenne una delle figure-cardine della mia esistenza. Una seconda madre.